Riceviamo dal nostro redattore Giovanni De Stefanis
DALLA PARTE DELL’ INSTABILITA ‘ POLITICA
(se stabilità è sinonimo di…normalizzazione )
Ai tanti che accusano la mia associazione – ‘ Libertà e Giustizia ‘ – e la mia parte politica – SEL – di saper dire solo dei ‘ no ‘ al Governo e al suo leader, mi sento di poter dire che il sabotaggio dell’ esecutivo forte non rientra tra gli obiettivi né di Libertà e Giustizia né di Sel, impegnate da sempre a restituire credibilità ( l’ unica, vera ‘ forza ‘ in politica ) a tutte le Istituzioni, governo compreso naturalmente, in un quadro – però – di equilibrato rapporto tra Poteri . Rapporto, invece, che le riforme in atto de-stabilizzano in modo così ingenuamente autoritario da rendere quasi inutile il dibattito su quale Parlamento ci attenda. E che interrogarsi sul destino e sul ruolo del Parlamento nel nostro Paese sia diventato ormai quasi un ‘ optional ‘, una sorta di ‘ lusso salottiero ‘, la dice lunga sull’ involuzione anti-democratica di questa delicatissima fase politica , apertasi nell’ autunno del 2011 con il defenestramento eterodiretto di Berlusconi e proseguita con il ‘ commissariamento Monti-Troika-Napolitano ‘, il boicottaggio del progetto bersanian-vendoliano, la resa alla innaturale logica delle ‘ larghe intese ‘: in versione lettiana ( più soft ) prima e in versione renziana ( più hard ) poi.
A questa pericolosa involuzione, una comunità partecipe, attiva, adulta , responsabile risponde con un ‘ plus ‘ – non con un ‘ minus ‘ – di partecipazione, di attività, di maturità, di responsabilità. E quando vota, non dovrebbe farlo per paura ( come nelle recenti elezioni europee ) ma per convinzione. La ‘ via maestra ‘, quindi, per una politica ‘ buona ‘ , non succube della finanza e della speculazione, resta l’ attuazione della nostra Costituzione. ” In essa – scriveva Zagrebelsky – troviamo la politica, il bene pubblico che più oggi scarseggia “. Progetto, quindi, ben più ambizioso della pura e semplice ‘ stabilità politica ‘ : concetto che postula una fissità, una rigidità, una assenza di dialettica e di conflittualità. E’ questa ‘ falsa ‘ e non-democratica ‘ stabilità ‘ che ha bisogno di correttivi : i correttivi dell’ art. 3, comma 2 della Costituzione, per esempio, che ci dice chiaramente in cosa consiste il ‘ pieno sviluppo della persona umana ‘ oppure quelli degli artt.41 e 42 che privilegiano ‘ l’ utilità sociale ‘ e motivi di ‘ interesse generale ‘ rispetto alla libertà-senza-limiti del ‘ privato ‘ : sia esso imprenditore ‘ o semplice ‘ proprietario ‘. I correttivi, infine, di una seria e radicale riforma in senso democratico dei partiti , così come auspicato dall’ art.49 della Costituzione. E si potrebbe continuare quasi all’ infinito, solo se si conoscesse e si rispettasse un po’ di più la nostra Costituzione e si avesse un briciolo di fiducia in più nella democrazia ‘ vera e viva ‘, quella che non si fa ‘ stabilizzare ‘ né ‘ normalizzare ‘ né, tanto meno, ‘ commissariare ‘, e dove il confronto di idee e posizioni diverse non viene puntualmente demonizzato – come ‘ attività da gufi ‘ – ma, al contrario, rispettato come preziosa fonte di arricchimento etico, culturale e sociale per tutta la comunità civica.
Giovanni DeStefanis, LeG Napoli